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Scacchi nelle scuole primarie: sono davvero utili? I risultati di due ricerche a confronto
13 Novembre 2016
9:43
Riccardo Musso
Member
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Forum Posts: 4
Member Since:
27 Dicembre 2014
sp_UserOfflineSmall Offline

Buongiorno al Maestro Tarascio e a tutti.

Recentemente ho scritto un dettagliato articolo che ha lo stesso titolo dato a questo topic, ossia “Scacchi nelle scuole primarie: sono davvero utili? I risultati di due ricerche a confronto”.

In esso ho posto all’attenzione il fatto che in Italia si è accuratamente evitato di far sapere che dai risultati – pubblicati lo scorso luglio – di una ricerca ottimamente condotta nel Regno Unito dalla Education Endowment Foundation (un’organizzazione indipendente di beneficenza) tra il 2013 e il 2015 al fine di verificare l’effettiva efficacia dello studio degli scacchi nelle scuole elementari (primarie), in sostituzione di altre materie, non è emersa alcuna prova a sostegno di tale efficacia.

I risultati della ricerca in questione vanno a cozzare con quelli di un’analoga ricerca italiana (tra l’altro, presa come riferimento dalla stessa EEF) effettuata in Italia tra il 2010 e il 2011, denominata “Progetto SAM”, che ha avuto l’appoggio della FSI e di alcune sue strutture periferiche.

Sebbene i risultati della ricerca della suddetta EEF non possano aver fatto piacere alle varie organizzazioni che nel Regno Unito si muovono nell’ambito dell’insegnamento degli scacchi nelle scuole – a partire dalla nota “Chess in Schools and Communities” di Malcolm Pein – i media britannici hanno dato la notizia a tutti i livelli (a partire addirittura da “Telegraph” e “Independent”), compreso quello scacchistico.

Anche Chessbase.com e Chess.com hanno poi informatori i lettori sui propri siti.

In Italia – per quello che ho potuto constatare – non c’è traccia della notizia, a parte il mio articolo di qualche giorno fa.

A proposito di quest’ultimo, non potendo riportarlo tutto qui devo giocoforza inserire un link: http://wp.me/p7rdXT-P5.

Rimane inteso che se l’Istruttore Tarascio riterrà di dover rimuovere o modificare questo mio post, per qualsivoglia motivo (l’argomento trattato, il link che ho inserito, o altro), non avrò nulla da eccepire visto che è lui il padrone del sito e visto che mi trovo pressochè sempre d’accordo con il suo pensiero.

Saluti a tutti!

14 Novembre 2016
8:50
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Giuseppe Tarascio
Amministratore
Forum Posts: 1932
Member Since:
30 Novembre -0001
sp_UserOfflineSmall Offline

Egregio sig. Riccardo Musso,

innanzitutto una precisazione su quanto Lei scrive a conclusione del post:

Rimane inteso che se l’Istruttore Tarascio riterrà di dover rimuovere o modificare questo mio post, per qualsivoglia motivo (l’argomento trattato, il link che ho inserito, o altro), non avrò nulla da eccepire…”

 Lei si è registrato dando un nome e cognome che corrisponde ad un tesserato FSI Prima Nazionale; pertanto, NON è un anonimo che si nasconde sotto uno pseudonimo. Questa è la stessa filosofia che ho sempre abbracciato: personalmente, in tutta la mia vita, Le assicuro sul mio onore che MAI ho scritto qualcosa su Forum o siti usando altro nome che non sia “Tarascio Giuseppe”. Pertanto, cancellando il suo messaggio avrei sconfessato la stessa condotta a cui mi sono sempre ispirato!

Entrando nel merito: sono completamente in accordo con i risultati delle ricerche. Addirittura, amplierei il campo della ricerca, estendendolo agli adulti. Ma ne riparlerò successivamente: gli scacchisti sono una accolita rancorosa e la verità va somministrata a piccole dosi.

Playchess: Tarascio_Giusepp
14 Novembre 2016
11:10
Giuseppe Schiavulli
New Member
Members
Forum Posts: 1
Member Since:
7 Settembre 2010
sp_UserOfflineSmall Offline

La verità sta nel mezzo come quasi sempre. Gli scacchi, come la storia, la matematica o l’educazione fisica sono opportunità enon sono utili a tutti indiscriminatamente. Non si può generalizzare. Gli scacchi non sono il magico filtro per le menti pigre. Vale negli scacchi il detto “Aiutati che Dio t’aiuta”.

15 Novembre 2016
8:47
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Giuseppe Tarascio
Amministratore
Forum Posts: 1932
Member Since:
30 Novembre -0001
sp_UserOfflineSmall Offline

Caro Giuseppe Schiavulli,

rispetto la tua opinione ma, purtroppo, non la condivido. Per farmi comprendere, racconto un episodio accadutomi qualche anno fa.

Nel 2008 feci un corso di scacchi in un Liceo Scientifico. Dai professori mi fu presentato un promettente ragazzo di 14 anni (frequentava il primo anno) che in pochi mesi si era fatto notare per la sua intelligenza sveglia e per la sua capacità di risolvere problemi.

Partecipò al corso con molta attenzione e partecipazione. Dopo qualche mese mi disse:”Gli Scacchi sono un gioco per invidiosi.” E si dedicò ad altro….Dopo due anni, a 16 anni (frequentava oramai il terzo anno), lessi sul sito del Liceo che, con l’aiuto finanziario del Liceo stesso, il ragazzo aveva pubblicato il suo primo libretto! Era un libro di Matematica, dedicato agli studenti del biennio. Dunque, tanto stupido non era!!

Lo psicoanalista e G.M. Reuben Fine, nel suo testo “La psicologia del giocatore di Scacchi”, scrisse che gli scacchisti avevano “invidia del pene” (in senso freudiano) e che, nella maggioranza dei casi, erano soggetti con turbe della personalità. Forse, è arrivato il momento di affermare che avevano ragione entrambi (Fine ed il ragazzo da me incontrato). Il gioco degli Scacchi può essere dannoso alla mente umana? Non lo so; però, la ricerca britannica oggetto della discussione può e deve indurci a riflessioni senza pregiudizi e falsi miti sull’insegnamento degli Scacchi.  

Playchess: Tarascio_Giusepp
15 Novembre 2016
5:53
Riccardo Musso
Member
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Forum Posts: 4
Member Since:
27 Dicembre 2014
sp_UserOfflineSmall Offline

Giuseppe Tarascio ha detto

Egregio sig. Riccardo Musso,

innanzitutto una precisazione su quanto Lei scrive a conclusione del post:

Rimane inteso che se l’Istruttore Tarascio riterrà di dover rimuovere o modificare questo mio post, per qualsivoglia motivo (l’argomento trattato, il link che ho inserito, o altro), non avrò nulla da eccepire…”

 Lei si è registrato dando un nome e cognome che corrisponde ad un tesserato FSI Prima Nazionale; pertanto, NON è un anonimo che si nasconde sotto uno pseudonimo. Questa è la stessa filosofia che ho sempre abbracciato: personalmente, in tutta la mia vita, Le assicuro sul mio onore che MAI ho scritto qualcosa su Forum o siti usando altro nome che non sia “Tarascio Giuseppe”. Pertanto, cancellando il suo messaggio avrei sconfessato la stessa condotta a cui mi sono sempre ispirato!

[…] 

 

Grazie per la pubblicazione del mio post e per le parole spese.

Sì, sono quel Riccardo Musso che figura nei database della FSI.

Oltre ai ringraziamenti di cui sopra, devo rivolgere al gestore del sito anche un apprezzamento in quanto gli altri a cui mi sono rivolto (su Twitter e Facebook) mi hanno risposto picche (anzi, manco m’hanno risposto).

Nella vita è sempre meglio essere trasparenti, e oltre a ciò la questione merita di essere comunicata alle famiglie e di essere discussa.

Come ho spiegato ieri con un post su un forum scacchistico su Google Gruppi, in discussione non sono gli scacchi bensì l’insegnamento degli scacchi nelle scuole senza una accurata riflessione e magari a scapito di altre materie ben più importanti, come per esempio l’educazione civica (a mio parere).

Un conto sono i circoli, le associazioni varie, i corsi privati (gratuiti o a pagamento) on line o dal vivo; un conto sarebbe, al limite, inserire gli scacchi nelle scuole come materia facoltativa, al di fuori del programma e dell’orario ufficiali; un altro conto è l’insegnamento a scuola su basi che traballano assai.

Io non ho figli, però se ne avessi mi seccherebbe non poco venire a sapere che in Italia non è stata raccontata tutta la verità sull’argomento.

16 Novembre 2016
12:15
aurelianobuendia
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Forum Posts: 26
Member Since:
22 Gennaio 2013
sp_UserOfflineSmall Offline

io invece di bambini ne ho, e credo che gli scacchi abbiano un certo valore formativo.

Insegnano che ogni mossa, anche la migliore, ha sempre delle conseguenze, positive e negative.

Insegnano che a volte è difficile decidere, ma necessario (spesso i bambini nel dubbio tendono ad astenersi dal decidere. Negli scacchi non lo puoi fare…..se devi muovere devi muovere…..e dunque insegnano a prendere una linea, a prendersi una piccola responsabilità, e insegnano che dai propri errori si può imparare.)

Poi per il resto……anche un campo da basket potrebbe insegnare tutto e niente….dipende chi ti insegna, come, perchè etc….

16 Novembre 2016
8:00
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Masterblaster
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Forum Posts: 235
Member Since:
25 Febbraio 2010
sp_UserOfflineSmall Offline

Credo che gli scacchi insegnino anche il rispetto delle regole. Ho visto bambini ipercinetici restare fermi al loro posto cercando di trovare una mossa o bambini definiti semplicemente “inadeguati” presnetarsi ligi agli incontri pomeridiani con un sacco di voglia di imparare.

Avvertenza: durante la stesura di questo post nessun pezzo degli scacchi è stato maltrattato.
17 Novembre 2016
11:48
Wingolab
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Forum Posts: 1
Member Since:
17 Novembre 2016
sp_UserOfflineSmall Offline

Buongiorno a tutti, riferendomi alla ricerca coordinata dall’organizzazione di Malcolm Pein vorrei sottolineare che non credo che siano stati corretti nel disegnare la ricerca e nel portare l’attività. Innanzitutto slittare il post test un anno dopo l’intervento è veramente una follia, ma non hanno nemmeno testato il metodo con uno studio pilota prima di metterlo a scala. Su questo punto mi sono espresso nel 2013 a Londra, Giovanni Sala testimone (Ricercatore presso Gobet – Liverpool univesity). è ho detto: Sarà un disastro – giuro. Noi, con il progetto SAM, abbiamo messo in piedi un metodo che era già stato testato con successo negli anni precedenti, scritto dal sottoscritto e arricchito per l’occasione dal lavoro di Wild, Paulesu, Cavazzoni, Perrone e D’Eredità, ma che manteneva alte possibilità di successo. Mai avrei pensato di includere migliaia di ragazzi in una ricerca senza avere prima messo a punto il metodo, perchè non ha senso. In realtà non sono “gli scacchi” ad essere testati, in questo tipo di ricerche, ma è il “come” li si insegnano che viene a galla… Posso anche aggiungere che i dati del SAM verranno di nuovo presentati a Londra quest’anno, da Gianluca Argentin, in quanto tramite un recall fatto sui test INVALSI in quinta, sui medesimi ragazzi, vi è rimasta traccia positiva a distanza di tre anni. Non è più significativa, come era stata nel 2011, ma qualche indicazione può senz’altro essere data. In tutte le ricerche che ho coordinato (10) la regola è sempre stata quello di somministrare i test non oltre i 15 giorni prima o dopo l’attività scacchistica, farlo un anno dopo è pura e semplice presunzione/incapacità.

Alessandro Dominici

17 Novembre 2016
12:21
aurelianobuendia
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Forum Posts: 26
Member Since:
22 Gennaio 2013
sp_UserOfflineSmall Offline

interessante che si riscontrino delle tracce sui test invalsi !

Esattamente queli sarebbero queste “tracce” ? La logica? o che altro ?

17 Novembre 2016
12:51
Riccardo Musso
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Forum Posts: 4
Member Since:
27 Dicembre 2014
sp_UserOfflineSmall Offline

Wingolab ha detto

Buongiorno a tutti, riferendomi alla ricerca coordinata dall’organizzazione di Malcolm Pein vorrei sottolineare che non credo che siano stati corretti nel disegnare la ricerca e nel portare l’attività. Innanzitutto slittare il post test un anno dopo l’intervento è veramente una follia, ma non hanno nemmeno testato il metodo con uno studio pilota prima di metterlo a scala. Su questo punto mi sono espresso nel 2013 a Londra, Giovanni Sala testimone (Ricercatore presso Gobet – Liverpool univesity). è ho detto: Sarà un disastro – giuro. Noi, con il progetto SAM, abbiamo messo in piedi un metodo che era già stato testato con successo negli anni precedenti, scritto dal sottoscritto e arricchito per l’occasione dal lavoro di Wild, Paulesu, Cavazzoni, Perrone e D’Eredità, ma che manteneva alte possibilità di successo. Mai avrei pensato di includere migliaia di ragazzi in una ricerca senza avere prima messo a punto il metodo, perchè non ha senso. In realtà non sono “gli scacchi” ad essere testati, in questo tipo di ricerche, ma è il “come” li si insegnano che viene a galla… Posso anche aggiungere che i dati del SAM verranno di nuovo presentati a Londra quest’anno, da Gianluca Argentin, in quanto tramite un recall fatto sui test INVALSI in quinta, sui medesimi ragazzi, vi è rimasta traccia positiva a distanza di tre anni. Non è più significativa, come era stata nel 2011, ma qualche indicazione può senz’altro essere data. In tutte le ricerche che ho coordinato (10) la regola è sempre stata quello di somministrare i test non oltre i 15 giorni prima o dopo l’attività scacchistica, farlo un anno dopo è pura e semplice presunzione/incapacità.

Alessandro Dominici

 

Sarà…

Però – senza voler assolutamente mancare di rispetto – una cosa dopo aver letto questo post la vorrei dire.

Ho letto tutte le varie pagine in inglese relative alla ricerca della EEF, e da essa finanziata senza lucro, e le ho capite perfettamente dalla prima all’ultima pur senza essere un fuoriclasse nella lingua inglese: semplici, chiare, dirette e senza fronzoli.

Ho letto il post di Dominici in italiano e non ci ho capito granchè (tra l’altro mi pare che contenga pure una contraddizione).

Ma probabilmente si tratta di limiti da addebitare a me stesso, e nel caso chiedo scusa.

24 Novembre 2016
12:24
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Stefano Gemma
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Forum Posts: 202
Member Since:
13 Maggio 2015
sp_UserOfflineSmall Offline

Giuseppe Tarascio ha detto

Caro Giuseppe Schiavulli,

rispetto la tua opinione ma, purtroppo, non la condivido. Per farmi comprendere, racconto un episodio accadutomi qualche anno fa.

Nel 2008 feci un corso di scacchi in un Liceo Scientifico. Dai professori mi fu presentato un promettente ragazzo di 14 anni (frequentava il primo anno) che in pochi mesi si era fatto notare per la sua intelligenza sveglia e per la sua capacità di risolvere problemi.

Partecipò al corso con molta attenzione e partecipazione. Dopo qualche mese mi disse:”Gli Scacchi sono un gioco per invidiosi.” E si dedicò ad altro….Dopo due anni, a 16 anni (frequentava oramai il terzo anno), lessi sul sito del Liceo che, con l’aiuto finanziario del Liceo stesso, il ragazzo aveva pubblicato il suo primo libretto! Era un libro di Matematica, dedicato agli studenti del biennio. Dunque, tanto stupido non era!!

Lo psicoanalista e G.M. Reuben Fine, nel suo testo “La psicologia del giocatore di Scacchi”, scrisse che gli scacchisti avevano “invidia del pene” (in senso freudiano) e che, nella maggioranza dei casi, erano soggetti con turbe della personalità. Forse, è arrivato il momento di affermare che avevano ragione entrambi (Fine ed il ragazzo da me incontrato). Il gioco degli Scacchi può essere dannoso alla mente umana? Non lo so; però, la ricerca britannica oggetto della discussione può e deve indurci a riflessioni senza pregiudizi e falsi miti sull’insegnamento degli Scacchi.  

Ho letto secoli fa il libro di Fine e non ricordo che parlasse di “invidia del pene” (credo che sia comunque riferibile alle femmine, non ai maschi). Non ricordo neppure che affermasse che la maggioranza degli scacchisti soffrisse di turbe della personalità anche se venivano riportati esempi estremi, come quello di Fisher e delle sue “fobie” (o paranoie). Non so dove sia finito il libro ma ricordo che citava un esempio curioso, di uno scacchista che, ogni volta che vinceva, esclamava: “il planterà la banniere de Castille sur le murs de Madrid, au cri de ville gagné, et le petit roy s’en ira tout peiné” (sempre che non abbia sbagliato libro… e chiedo scusa per il mio pessimo francese!). In realtà, mi sembra di ricordare che descrivesse lo scacchista medio come una persona sostanzialmente equilibrata… ma potrei sbagliare, visto che l’ho letto che ero ancora un ragazzino. Sui geni degli scacchi, qualche turbe psichica devono comunque sicuramente averla, sennò farebbero altro, nella vita 😉

16 Gennaio 2017
12:11
Riccardo Musso
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Forum Posts: 4
Member Since:
27 Dicembre 2014
sp_UserOfflineSmall Offline

Wingolab ha detto

Buongiorno a tutti, riferendomi alla ricerca coordinata dall’organizzazione di Malcolm Pein vorrei sottolineare che non credo che siano stati corretti nel disegnare la ricerca e nel portare l’attività. Innanzitutto slittare il post test un anno dopo l’intervento è veramente una follia, ma non hanno nemmeno testato il metodo con uno studio pilota prima di metterlo a scala. Su questo punto mi sono espresso nel 2013 a Londra, Giovanni Sala testimone (Ricercatore presso Gobet – Liverpool univesity). è ho detto: Sarà un disastro – giuro. Noi, con il progetto SAM, abbiamo messo in piedi un metodo che era già stato testato con successo negli anni precedenti, scritto dal sottoscritto e arricchito per l’occasione dal lavoro di Wild, Paulesu, Cavazzoni, Perrone e D’Eredità, ma che manteneva alte possibilità di successo. Mai avrei pensato di includere migliaia di ragazzi in una ricerca senza avere prima messo a punto il metodo, perchè non ha senso. In realtà non sono “gli scacchi” ad essere testati, in questo tipo di ricerche, ma è il “come” li si insegnano che viene a galla… Posso anche aggiungere che i dati del SAM verranno di nuovo presentati a Londra quest’anno, da Gianluca Argentin, in quanto tramite un recall fatto sui test INVALSI in quinta, sui medesimi ragazzi, vi è rimasta traccia positiva a distanza di tre anni. Non è più significativa, come era stata nel 2011, ma qualche indicazione può senz’altro essere data. In tutte le ricerche che ho coordinato (10) la regola è sempre stata quello di somministrare i test non oltre i 15 giorni prima o dopo l’attività scacchistica, farlo un anno dopo è pura e semplice presunzione/incapacità.

Alessandro Dominici

 

Riprendo questa discussione per aggiornare i lettori frequentatori di questo sito.

Nel post di Alessandro Dominici vengono menzionati Giovanni Sala e la conferenza di dicembre 2016 a Londra, e su questo dirò qualcosa.

Ma prima mi sembra giusto dire che ho purtroppo l’impressione che la materia in argomento non sia di grande interesse per i media italiani (ed è un peccato in quanto in ballo ci sono i giovani studenti).

Qui mi riferisco ai media in generale.

Infatti, ho inviato il materiale a tre testate giornalistiche nazionali (tutte importanti) e non ho avuto riscontri da alcuna delle tre.

Io ho fatto le cose per bene, con correttezza e con trasparenza.

Il 15 novembre ho contattato la testata X.

Nisba.

Poi, dopo un bel po’ di tempo, ho contattato la testata Y (specificando che avevo prima contattato X, e indicando data e riferimenti).

Nisba.

Poi, dopo un po’ di tempo, ho contattato la testata Z (specificando che avevo prima contattato X e Y, e indicando date e riferimenti).

Nisba.

Non solo non hanno pubblicato niente, ma manco m’hanno mandato mezza riga di risposta.

Tra l’altro – chiariamo – non avevo chiesto di pubblicare il mio articolo ma semplicemente di utilizzarlo eventualmente come base, a loro piacimento, per un approfondimento e per un (loro) successivo articolo.

Per quanto riguarda le riviste di settore, il discorso è simile a quello testè fatto e al tempo stesso è diverso.

Simile poiché il risultato finale in Italia (non all’estero) è il medesimo: notizia nascosta, o non data. Diverso poiché il motivo è a mio parere un altro rispetto a quello dei media non di settore, ed è facilmente intuibile.

Aggiungo che sono stato contattato da due riviste scacchistiche italiane, entrambe piuttosto importanti a livello nazionale (una un po’ più dell’altra), con diverse proposte (mi sembra che una delle due riviste abbia tratto spunto proprio dal topic su questo sito).

Ho rifiutato tutte le proposte.

In un caso ho avuto la sensazione che non si volesse approfondire l’importante materia bensì farmi dire quello che volevano loro. Nell’altro caso, bah lasciamo perdere che è meglio…

Semplificando, penso che se ci fosse stato un reale interesse verso l’argomento si sarebbe potuto, semplicemente, mettere un link o un riferimento al mio articolo oppure farne uno nuovo basandosi sullo stesso (o comunque fare qualcosa).

L’importante è mettere a conoscenza le famiglie sull’esito della ricerca britannica (in modo che i genitori possano fare le proprie considerazioni e le proprie valutazioni).

Ma non lo si vuole fare, pare.

Il fatto che in entrambi i casi alla fine non sia stato scritto nulla mi porta a pensare che probabilmente non mi sbagliavo circa le mie sensazioni (sui reali intendimenti di chi mi ha contattato).

Che strano modo di intendere le cose hanno certe persone…

Questo per quanto riguarda i media nazionali.

Per quanto riguarda, invece, il settore scolastico, devo dire che ho notato un po’ di interesse in un forum nazionale sulla scuola molto seguito a livello nazionale.

Si tratta del sito OrizzonteScuolaForum.

Nella sezione “Didattica” sono stati aperti negli ultimi tempi due topic aventi per oggetto gli scacchi. Uno dei due topic riguarda proprio la ricerca EEF, l’altro riguarda genericamente lo stimolo dell’intelligenza.

Allo stato attuale i due topic si trovano a pag. 2 e a pag. 4 della sezione Didattica (entrambi contengono la parola “scacchi” nel titolo).

Se date un’occhiata ai vari interventi, potrete probabilmente farvi anche voi l’idea che nel settore scolastico non si crede all’importanza dell’insegnamento degli scacchi nelle scuole primarie (quantomeno stando agli interventi e sempre ammesso che io li abbia interpretati bene).

Con buona pace dei vari esperti nei bla-bla-bla!

E ora torno a monte.

Vi linko un video dalla London Chess Conference di dicembre 2016 (di cui parlava il citato Dominici).

‘Giovanni Sala: Comments on current chess and education research’

(dal canale Toutube “chessinschools UK”).

Il relatore è Giovanni Sala (Dominici parlava di Gianluca Argentin, ma forse con riferimento a qualcos’altro sulla stessa questione).

Come ho scritto su un newsgroup scacchistico nazionale, “linko il video in modo che guardandolo chiunque possa trarre le proprie personali conclusioni sul livello e sulle argomentazioni (e sul “placebo” a 18’11”), magari confrontando il tutto con il livello e le argomentazioni della ricerca EEF (che nel video è nominata a 13’16”, con voce “Jerrim et al. 2016”). Sia chiaro: non sto mettendo ironia, o cose del genere; ognuno, ripeto, tragga le proprie personali conclusioni.”.

… Sempre ringraziando il Maestro Tarascio (che saluto) per lo spazio concesso, per la disponibilità dimostrata e per l’attenzione rivolta all’argomento (caso unico in Italia, mi pare, a tutt’oggi).

 

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