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Videolezione 46

GAMBETTO DI RE (sistema Fischer) studiato col metodo delle Schede Posizionali di Botvinnik

Una lezione di teoria delle aperture abbastanza atipica. Il vero obiettivo didattico è quello di mostrare il vecchio metodo didattico delle Schede Posizionali della Scuola di Botvinnik. Un metodo superato dalle tecnologie attuali (databases e chess engines) e sostituito oggigiorno dalle più pratiche To Do List.
Usando miei appunti di Schede (ormai ingiallite…) faremo un lungo tour virtuale nel percorso che sottende la formazione di un repertorio d’aperture: Gambetto di Re col Bianco contro 1…e5.
Per “gambetto” noi intendiamo “sacrificare un pedone in apertura, per ottenere un vantaggio di sviluppo”. E questa è anche l’idea base del Gambetto di Re. Nel video studieremo “alla Botvinnik”:
1) Scheda Posizionale n.1 sul tema “Materiale vs Tempo”
2) Esercizio (Fischer-Tajmanov 1970)
3) Scheda Posizionale n.2 sul tema “Tensione in apertura”
4) Esercizio tratto da una variante della Ruy Lopez
5) Breve disamina della Linea principale per il Bianco contro il “sistema Fischer” (1.e4 e5 2.exf4 3.Cf3 d6, seguito da …g5 ed …Ag7)
6) Uso di Chessbase 10 e di un motore (ho usato Rybka3) per scoprire novità teoriche.

Insomma, una lezione più di “mediogioco” che di “teoria delle aperture”, che pertanto offre spunti di interesse generali sull’argomento “Gambetti”, oggetto anche della prossima videolezione (Masterblaster su “Difesa Russa – Gambetto Cochrane”)

Clicca qui se vuoi salvare il video: Gambetto Re e schede posizionali (1296)

6 Commenti a “Videolezione 46”

  • bvito says:

    Video molto, ma molto interessante. Domanda:: dopo aver visto questo video un giocatore come me (che all’età di 42 anni ,con poco tempo a dispodizione, con la mente non più freschissima è giunto a fatica ai 1900 punti elo studiando quando può qualche partita recente e qualche nuovo sistema qua e là con la speranza di ricordarselo)può avere tre reazioni diverse:
    1)Ma come farò mai a raggiungere 2000 punti, quando pensavo ormai quasi di farcela nel giro di un paio di anni, se non mi affretto subito a buttare via tutti i miei vecchi appunti ed acquistare finalmente quel benedetto data base scacchistico che un po’ per pigrizia e un po’per avarizia non ho ancora acquistato?
    2)Ma chi se ne frega… alla fine gli scacchi sono o non sono al 99% tattica , gioco qualche lampo su internet , ricontrollo le mie partite con l’amico Fritz e mi diverto lo stesso e penso di diventare CM prima o poi.
    3)Mi passa la voglia di giocare, perchè ci vorrebbe un impegno tale da garantirmi come minimo il divorzio, e appendo gli scacchi al chiodo.
    Aspetto risposte e consigli illuminanti da tutti.

  • Tutte e tre le risposte sono…giuste! Le sintetizzo:
    1) Ripartire da zero. Ottima scelta, la condivido pienamente. Si perde più tempo a correggere i vecchi errori, che non a ripartire ex-novo. P.S. e dopo, passami quel “benedetto database scacchistico”…
    2) Sedersi e godersi gli obiettivi raggiunti. E’ il karma! Ma, se hai scritto quel post, vuol dire che poi, in fondo in fondo, non sei pienamente soddisfatto!
    3) Divorzio. Splendida idea, ma costa molto (alimenti ecc.ecc.)
    Non conosco la strada, ma volevo segnalarti un articolo di Alina l’Ami (è in inglese e in olandese, ma ne ho visto di recente una “libera interpretazione” in italiano su un Forum italiano). Parla di “goal settings in chess“. Un po’ di supporto psicologico per le nostre anime in pena…ehehe

  • Ghiceda says:

    …guarda com’è piccolo il mondo, o quanti sono a scopiazzare… ho visto l’articolo citato dal Sig. Tarascio, è molto simile a quello tradotto sul sito di cui Lei parla… ma la fonte è un libro polacco!!! adesso mi chiedo chi ha copiato da chi.

  • Infatti, io mi son guardato bene dall’usare il termine “copiare”. Ho parlato, invece, di “libera interpretazione”. E mi spiego meglio, a scanso di equivoci: tante volte io leggo brani, guardo DVD eccecc e poi mi rimane una traccia mnestica fortissima. E’ naturale rielaborare il tutto! Tra l’altro, le idee esposte da Alina l’Ami sono di psicologia cognitiva, e dunque sicuramente hanno tante altre fonti, a cui si sarà ispirato anche il libro polacco da te citato. Credo che nessuno dei due abbia “scopiazzato”.Anche perchè (suppongo) ci sia stata anche una rielaborazione personale dei temi trattati. Lo stesso dicasi per l’articolo italiano a cui stiamo facendo riferimento. E’ semplice e corretta “libera circolazione delle idee”.

  • Ghiceda says:

    sì, ho letto meglio l’articolo di Alina, probabilmente i due autori hanno attinto direttamente alla stessa fonte, cioè gli studi del 1968 (come citato da Alina), pertanto sono simili. D’altro canto uno si intitola “Goal settings in chess” e l’altro “Setting goals” neanche si parlasse di calcio.
    L’articolo italiano invece è più una libera traduzione, perchè l’autore ha cercato nel suo piccolo di tradurre fedelmente.
    Per i curiosi il libro è: “How to think in chess”, Przewoznik-Soszynski 2001

  • Ahh, svelato l’arcano! Ecco perchè mi sembrava familiare! Quel libro l’ho letto nel 2007-2008: lo avevo in pdf (no comment,please) e ne stampai solo le prime 120 pagine (su 288) perchè aveva un indice coi titoli affascinanti (sono un credulone: alla mia età, continuo a fidarmi degli autori di libri di Scacchi: Soltis non mi ha ancora insegnato niente…). Ero convinto di aver trovato la pietra filosofale, ma rimasi deluso. E perciò lo avevo rimosso dal mio inconscio.

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