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IL PRINCIPIO DELLE DUE DEBOLEZZE

Il principio delle due debolezze è fondamentale per formare un piano.
Il concetto di debolezza in senso strategico deve essere interpretato come una minaccia permanente. Esempi ne sono il possesso di una colonna aperta e la minaccia di penetrare in settima traversa; una posizione del Re insicura; debolezze nella struttura pedonale; un pedone passato lontano; un pezzo instabile e così via.
Insomma, la parola debolezza deve essere interpretata come qualcosa che obbliga l’avversario alla sua difesa per molto tempo.
La realizzazione di un piano in base al Principio delle due debolezze può essere diviso in cinque fasi:
1) Creazione della prima debolezza;
2) Attacco a questa debolezza, ma non per distruggerla (sarebbe bello, ma purtroppo le tue forze sono insufficienti: quindi, questa fase serve solo a costringere sulla difensiva i pezzi nemici, riducendone l’attività e la mobilità);
3) Creazione di una seconda debolezza.
4) Attacco alla seconda debolezza.
5) Attacco ad entrambe le debolezze, alternativamente.

Il principio delle due debolezze fu concepito già nel 19simo secolo, ma la sua spiegazione precisa si deve ad Aaron Nimzowitsch:
“Le due debolezze in se stesse sono perfettamente difendibili, ma il vantaggio di spazio dell’attaccante e le sue superiori linee di comunicazione rendono difficile il raggruppamento delle forze del difensore”.
Il mio obiettivo didattico è quello di mostrare l’utilità della conoscenza di tali tecniche di gioco. Non è con la “praticaccia” che si impara a giocare a Scacchi (come pensano, erroneamente, i Non Classificati), ma con la correzione sistematica del nostro flusso del pensiero.

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