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Quiz giornaliero

Classica 1

SCUOLA CLASSICA vs SCUOLA DINAMICA

Questa prima parte inizia con la mia partita preferita, da sempre: Verlinsky-Alekhine 1909. Quando ero NC, la imparai a memoria, dopo averla scoperta su “Il Centro Partita” di Romanovsky (ed.Mursia). Mi innamorai lì della Scuola Classica, ma fui presto tradito da essa!
Ed a distanza di anni, l’onta del tradimento ancora mi brucia: infatti questo è il video più lungo presente in tutto il sito! Chiedo scusa ai poveri malcapitati che lo volessero guardare: purtroppo, il rogo contemporaneo di tre libri (il sopra citato “Centro Partita”, “Strategia e Tattica” di Enrico Paoli e l’odiatissimo “Mio Sistema” di Nimzowitsch) ha richiesto molto tempo…

Clicca qui per salvare il video: Scuola Classica vs Scuola Dinamica (1371)

19 Commenti a “Classica 1”

  • mercuzio says:

    Ti ringrazio per avere accolto la mia idea, ma c’è qualcosa che non capisco. Per quale motivo sei ipercritico verso i tre libri che hai citato? Posso capire il giudizio negativo sul libro di Romanovsky (credo che la tua riserva nasca dalla sua convinzione che una partita fosse il logico sviluppo di un unico piano, mentre oggi sappiamo che si compone di una serie di micropiani), ma mi è difficile capire le ragioni del rifiuto del libro di Nimzowitsch (di cui a mio avviso può essere criticata la teoria della superprotezione)e ancor di più le ragioni del rifiuto del libro di Paoli secondo me non eccelso, ma niente di più.

    Buona serata

  • Traumi giovanili…ahahaha
    1) Il libro di Romanovsky crea la suddivisione artificiosa tra giocatori posizionali e combinativi; ne parlo ampiamente nel video.
    2) il libro di Paoli (confesso che ci sono state anche ruggini personali con lui, che mi sembra inopportuno rivangare) è l’espressione tipica della Scuola Classica dogmatica.
    3) su Nimzowitsch è come sparare sulla Croce Rossa. Lui faceva il bastian contrario, solo perchè odiava Tarrasch. Il suo libro, però, fa danni tuttora.
    In realtà, io mi limito a contestare l’idea di Tarrasch sulle cosiddette partite “logiche”, in cui uno dei due giocatori elabora un piano coerente che vada bene dall’apertura al finale della partita. Già Kotov diceva che non esiste alcun piano che vada bene dalla prima all’ultima mossa, ma esiste piuttosto una serie di piccoli piani.

  • Whiteknight says:

    Maestro ho visto solo i primi 20 minuti per il momento e già ne ho potuto apprezzare la grande qualità, sono questi i video che piacciono a me! Quelli che fanno rivenire la voglia di giocare! 🙂

  • Claudio 62 says:

    Complimenti Giuseppe per la videolezione che definirei “ultramoderna”. Ai centrato e spiegato veramente bene i concetti del gioco “dinamico-moderno”, senza le cui conoscenze, non si progredisce e non si raggiungono risultati apprezzabili. Avessi avuto, quando avevo 20 anni, l’opportunità di “disintossicarmi” (con video come questo o trattati veramente istruttivi che allora non c’erano) dei concetti “dogmatici” che mi hanno condizionato, è inutile negarlo, nelle scelte da fare in molte partite. Sebbene uno dei miei pricipali campioni di riferimento fosse Botvinnik, quindi approccio scientifico e concreto della posizione, i vari Nimzowitsch, Romanovsky, e perchè no, aggiungerei anche Znosko-Borovsky, hanno influenzato e “limitato” il mio libero pensiero negli scacchi. Sia ben chiaro i “classici” bisogna conoscerli, ma non bisogna mai considerare le loro idee come “verità assolute”, insomma il concetto di relatività negli scacchi trova applicazione. Concludo dicendo che è stato molto divertente, il passaggio nel video, quando consigli di bruciare i testi “malefici”: Il Mio Sistema, Strategia e Tattica ecc. ecc.
    Grazie per la lezione e cordiali saluti
    Claudio62

  • shade64 says:

    ciao
    la mia domanda e’ relativa alla mossa 10..Ad7
    in quella posizione anche applicando il MMP (quindi un concetto di strategia dinamica) comunque si sarebbe pensato ad attivare Af8 e la Th8, che sono quelli peggiori, non stanno facendo niente, la manovra di portare il Cc4 sarebbe stata posticipata a dopo.
    quindi xche’ adesso dobbiamo dare precedenza a questa manovra?

  • bvito says:

    Complimenti per la scelta dell’argomento che secondo me è fondamentale perchè ha a che vedere ,in ultima analisi, con la scelta delle mosse che in concreto giochiamo in una partita e cioè con il nostro modo di pensare. Provo invidia per i giovani scacchisti che, senza saper nè leggere nè scrivere, si trovano di fronte ad una così lucida sintesi delle scuole di pensiero scacchistico, mentre il sottoscritto per capirci qualcosa, ha dovuto leggerne di libri. Magari avessi avuto io queste possibilità una quindicina di anni fa.Io ho letto come primo libro “Strategia e tattica ” di Paoli, come secondo “Il mio sistema” di Nimzo (per fortuna non ho letto Romanovsky) poi mi sono imbattuto fortunatamente nella trilogia di Kotov “Pensa-gioca -allenati come un GM” che mi ha aperto nuovi orizzonti. Guardando il video mi sono ritrovato in moltissime osservazioni che lei ha fatto e che io condivido e l’ho trovato veramente di ottimo livello (anche per i riferimenti storici e gli aneddoti a cui lei accenna e di cui io sono un appassionato).
    Vengo al punto: non vorrei che i giovani scacchisti di cui sopra traggano un insegnamento sbagliato attraverso le sue parole “bruciateli subito !!!”. La sua è sicuramente una provocazione voluta, ma io credo invece che questi vecchi libri vadano comunque letti, non foss’altro perchè contribuiscono alla formazione di quella cultura scacchistica che contraddistingue il livello magistrale e che è necessaria anche per ottenere buoni risultati sulla scacchiera: ognuno di noi e quindi anche lei Maestro, non pensa di aver perduto del tempo a leggerli ma che quelle letture abbiano contribuito alla nostra formazione di scacchisti. Io ritengo che a scacchi come in tutte le discipline sia esse sportive o artistiche o materie di studio che siano, sia necessaria la conoscenza del passato perchè come dice un noto MI di mia conoscenza “senza passato non c’é futuro negli scacchi”. Un libro come “il mio sitema” merita di essere letto anche solo per la splendida prefazione che ci fa conoscere un personaggio originale che non ha avuto una vita facile.
    Volevo sapere se condivide le mie osservazioni al riguardo, ringraziando anticipatamente per la risposta .

  • Temujin says:

    Ho visto tutto il video, molto interessante.
    Il suo umorismo è molto divertente, ai tempi che giravo sui forum per cercare la “Bibbia” degli scacchi, c’era un infinità di utenti (Ora mi chiedo a che livello fosserò) che consigliavano i suddetti libri.
    Fortunatamente non li ho comprati, e così niente falò, starò al freddo! 🙂
    Mi hanno regalato “Trattato di scacchi” di Euwe, spero che non me lo faccia bruciare perchè è un regalo della fidanzata:)

  • Luciano says:

    I primi quindici minuti sono esilaranti! E´ quasi un peccato che dopo il video ridiventi la ´solita´ splendida lezione…

  • Vengo al punto: non vorrei che i giovani scacchisti di cui sopra traggano un insegnamento sbagliato attraverso le sue parole “bruciateli subito !!!”. La sua è sicuramente unaprovocazione voluta, ma io credo invece che questi vecchi libri vadano comunque letti, non foss’altro perchè contribuiscono alla formazione di quella cultura scacchistica che contraddistingue il livello magistrale e che è necessaria anche per ottenere buoni risultati sulla scacchiera: ognuno di noi e quindi anche lei Maestro, non pensa di aver perduto del tempo a leggerli ma che quelle letture abbiano contribuito alla nostra formazione di scacchisti. Io ritengo che a scacchi come in tutte le discipline sia esse sportive o artistiche o materie di studio che siano,sia necessaria la conoscenza del passato perchè come dice un noto MI di mia conoscenza “senza passato non c’é futuro negli scacchi”. Un libro come “il mio sitema” merita di essere letto anche solo per la splendida prefazione che ci fa conoscere un personaggio originale che non ha avuto una vita facile.
    Volevo sapere se condivide le mie osservazioni al riguardo, ringraziando anticipatamente per la risposta .

    Condivido ampiamente tutte queste osservazioni. Io assumo sempre un atteggiamento “provocatorio” in questi video, perchè temo sempre che qualcuno sia tentato dal (giusto) pensiero:”Ma perchè sto perdendo tempo appresso a questo? Ora mi vedo un bel video porno!”.
    Scherzi a parte (so bene che i video porno non li guardate, ma vi limitate a partecipare al casting nella speranza di essere presi come attori), il senso della mia provocazione è quello di un segnale di Stop: attenzione! I libri di un secolo fa sono scritti in modo accattivante, ma sono sorpassati! Come dice il GM John Nunn (“Capire gli scacchi mossa dopo mossa”): “Se il medico a cui vi siete rivolti tirasse fuori un manuale degli anni ’50, voi scappereste subito. Ed allora, perchè fidarsi dei testi di Scacchi scritti prima della 2^ Guerra Mondiale?” (cito a memoria, non testualmente).
    P.S. Shade64. Per rispondere al tuo commento, attendo l’uscita della seconda parte, che inizia con Kostic-Capablanca 1919 (5 anni dopo quella partita) e Capa prova di nuovo Ad7……
    P.P.S. Quanto interesse, per questo video! Tutti punti sul vivo quando ho chiesto:”Sei un giocatore combinativo o posizionale?” ahahahaha

  • Luciano says:

    i roghi di libri sono sempre infausti e dittatoriali. Ma il tono del video mi sembra escludere che Tarascio proponga davvero questi autodafé scacchistici.

    Dei medici non mi fido (ops, anche Tarascio lo é…)e dire che del Mio sistema si salva solo profilassi e avamposto mi sembra un po´ riduttivo (almeno didatticamente parlando): per esempio, quando in un corso di strategia molto recente e scritto da un certo Tarascio ho affrontato la questione del pedone isolato di donna mi sono misteriosamente trovato di fronte a intere citazioni letterali di Nimzo (benché mancasse l´indicazione della fonte… – ma non si puó pretendere che i medici siano anche Maestri di scacchi e perfino filologi…). Che sia un caso di telepatia extratemporale??

  • Touche’.
    E’ vero: mi piace molto la trattazione del Pedone Isolato di Donna fatta da Nimzowitsch.
    Ma tu sai bene a cosa mi riferisco, quando parlo male del “Mio Sistema”. Quando, ad esempio, leggo su un Forum:

    Sono N.C.(omissis) sto leggendo i famosi 100 fascicoli della DeAgostini “corso completo di scacchi” scritti con la collaborazione di Kasparov (son 2000 pagine, dovrebbe essere abbastanza completo).. ma mi son chiesto: “e se sto sprecando tempo?! e se potessi imparare meglio leggendo altro??!?”

    Allora ho comprato “Il mio sistema di Nimzowitsch” e “Teoria e pratica degli squilibri” di Silman.
    e ho scaricato il MAAG

    allora penso: ma siamo matti??? Le dispense della De Agostini sono belle, ma è come voler imparare l’inglese leggendo la Enciclopedia Britannica. Leggere Nimowitsch equivale alla Treccani in mano ad un bambino di scuola elementare. Ed il MAAG, cos’è? La pubblicità occulta di un Non Classificato, che fa pubblicita indiretta solo per i motori open source (compresi naturalmente gli ex-open source, ora a pagamento!)
    Il problema non è l’accumulo di conoscenze scacchistiche, ma l’uso e l’abuso di quelle conoscenze. Sconsigliare Nimzo ad un principiante è un dovere morale. Consigliarlo ad un Candidato Maestro è un’imperativo categorico.

  • Luciano says:

    Da bibliofilo non ho mai avuto paura dei libri: il massimo che ti puó capitare é di non capirci nulla… Se poi la letturura (fraintesa) ti ´travia´, ci penserá la realtá a riportarti sulla retta via…

    La prima volta che ho letto il Mio Sistema ho ´assimilato´ quasi unicamente l´idea che ´bloccare´ una posizione non era un meraviglioso piano strategico…

    Poi a forza di perdere partite in cui avevo incatenato tutti gli otto pedoni, i due AA e la D (catene che stranamente si dissolvevano alla prima banale spinta di rottura dell´avversario) mi sono rassegnato ad ammettere che o Nimzo si sbagliava o io non avevo capito bene il Mio Sistema.

    E me lo sono riletto!

    Forse era Nimzo che si sbagliava, ma rimane il fatto che adesso lucchetti e catennacci li lascio ai cultori di Moccia…

  • Luciano says:

    Errata corrige del commento precedente: La prima volta che ho letto il Mio Sistema ho ´assimilato´ quasi unicamente l´idea che ´bloccare´ una posizione FOSSE un meraviglioseo piano strategico…

  • Stupendo questo lapsus freudiano! ahahah

  • mazanto says:

    La discussione rischia di diventare ideologica.
    Intanto bisogna chiarire che per scuola classica s’intende la scuola di Steinitz e suoi seguaci (Tarrasch particolarmente dogmatico e pretenzioso). Nimzowitch sarebbe scuola ipermoderna (loro, Reti, Tartakower ecc., così si chiamavano). Esiste inoltre la scuola sovietica (anche se l’URSS è defunta): Botvinnik prima degli altri. Anche se Bronstejn contestava quest’affermazione.
    Per scuola dinamica che cosa s’intende?
    Secondo Dorfman e il suo metodo, si deve fare un bilancio statico della posizione (s’intende di una posizione più o meno pari, non certo una posizione in cui esistono continuazioni forzanti o tattiche), e se questo è negativo passare agli elementi dinamici. Come ha detto Tarascio in un suo post, le affermazioni di Dorfman, interessanti e stimolanti, sono però difficili da capire, forse anche Dorfman non si spiega chiaramente, e di sicuro non è un autore da consigliare ad uno scacchista alle prime armi.
    Per quanto mi riguarda, seguendo i principi della scuola classica, e le aggiunte di Nimzowitch, (vuoi mettere le sicurezze di Tarrasch o le lezioni di Lasker “prima i cavalli degli alfieri, non muovere due volte lo stesso pezzo in apertura, arrocca, controlla o occupa il centro, ecc.”) sono diventato C.M. nel lontano 1989, però da allora mi sono arenato, tanto da avere smesso di frequentare tornei a tavolino per lungo tempo. Ho giocato per corrispondenza, prima dell’arrivo dei software scacchistici, diventando Maestro. Qualche anno fa, nel 2007, ho ripreso a giocare i tornei a tavolino, pungolato più che altro da mio figlio che voleva essere impare gli scacchi.
    Devo dire che ripetere i fondamentali per insegnarli a mio figlio mi è stato molto utile, un pò come per un calciatore fare allenamento, dribbling, controllo della palla, stop, corsa con la palla, sono sempre le stesse cose, ma rifarle aiuta a capirle meglio. Continuando il paragone calcistico, devo dire che essere stato un grande giocatore, non per forza fa diventare un ottimo allenatore, vedi Maradona per esempio.
    Ritengo che la preparazione scacchistica debba andare per gradi, senza scartare i teorici delle generazioni che ci hanno preceduto, e che sia meglio farsi seguire almeno all’inizio da qualcuno che può facilitare la strada da percorrere.
    Per concludere, Nimzowitch, Lasker, Euwe, Dorfman, ecc. vanno bene tutti, ma loro si rivolgono a qualcuno che a scacchi sa già giocare, perchè danno tante cose per scontato (è una questione di tecnica!), che però scontate non sono.

  • Quando leggo questo genere di commento, mi arrabbio con me stesso:”Ma perchè non sono stato in grado io di sintetizzare in modo così efficace la questione?”.
    Grazie per l’ottimo intervento!

  • Basta Giancarlo says:

    Egregio Dott. TARASCIO, ho molto apprezzato i concetti da lei espressi in merito alle cosiddette “scuole scacchistiche”; credo che sarebbe tuttavia opportuno approfondire ancora molto questo tema, considerata che, a partire da me stesso, ho POCHE IDEE MA IN COMPENSO BEN CONFUSE :). Mi sono reso conto di pensare sulla scacchiera in maniera un po troppo meccanica (non dico dogmatica dato che le mie non sono conoscenze eccelse nel campo degli scacchi) e videolezioni di questo genere veramente insegnano a pensare e insegnano come i grandi maestri moderni affrontano le partite. Purtroppo sono fermo ad una concezione arcaica di gioco che mi ha perfino indotto, commentando le partite con un mio amico, a fornirgli valutazioni forse troppo schematiche (poi però mi sono riabilitato facendogli conoscere il suo sito, che io stesso ho casualmente scoperto navigando in internet). Le sarei molto grato se mi potesse fornire ulteriori spiegazioni in merito all’attuale situazione sull’evoluzione delle scuole scacchistiche, cosa che, credo, sia di estremo interesse per molti scacchisti.
    Grazie.
    Saluti.
    Basta Giancarlo.

  • amurodrop says:

    Non ho mai letto un libro di scacchi, la teoria scacchistica,(quel poco che so), l’ho imparata grazie alle sue video lezioni, nonostante sono daccordo con lei , perchè gli scacchi assolutamente non sono delle mosse automatiche fatte senza pensare, la mossa di capablanca che “incattivisce” un alfiere piazzato bene non l’avrei fatta neanche lontanamente. Non perchè sia errata ma per il semplice motivo che è una mossa che sembra cosi assurda che non mi sarei nemmeno messo a calcolarla. Oltre a questo io, almeno da quanto ho imparato da lei, considero importante lo sviluppo dei pezzi, specialmente in apertura, senza contare che lei in molti video esercizi scartava alcuni piani proprio per la lentezza di essi, e la stessa manovra di cavallo di Capablanca mi sembrava piuttosto lenta. In questo video ho praticamente compreso che una buona parte delle cose che ho appreso da lei sono completamente sbagliate, come lo sviluppo dei pezzi e il cercare di non rendere gli alfieri cattivi, ed anche lo scartare i piani lenti.

  • anello says:

    Egregio Dott Tarascio, grazie per la gran bella lezione sia come impostazione metodologica sia per gli aneddoti storici di cui anch’io vado matto. Però dei tre libri che si vuol bruciare mi dispiacerebbe per quelli di Nimzowitsch e Romanovsky. Servono per la crescita scacchistica e per capire anche come le idee possano poi essere superate o modificate. Personalmente io posso dire, nel mio piccolo (mi sembra di aver raggiunto nei primi anni 80 la categoria di seconda nazionale), di essere (o di essere stato visto i miei 57 anni) un giocatore classico con una gusto combinativo migliorato con il libro di Romanovsky che mi ha fatto brillare gli occhi di estasiato stupore come i dribbling nel calcio. Di Nimzowitsch apprezzo i concetti di blocco e profilassi ritenendo una mal riuscita forzatura quelli di superprotezione. Inoltre è come dire che è meglio non studiare Newton perchè poi sono venuti Einstein e i fisici quantistici. Abbiamo sempre bisogno di elementi di paragone per la crescita visto che non possiamo apprezzare il caldo se non abbiamo conosciuto il freddo.

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