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Patterns e bambini prodigio
4 Gennaio 2017
2:33
Giulio Cremonese
Member
Members
Forum Posts: 25
Member Since:
16 Agosto 2015
sp_UserOfflineSmall Offline

Per prima cosa, un 2017 felice e pieno di soddisfazioni scacchistiche a tutti voi.

Vengo al dunque. Si dice che i maestri conoscano 100.000 schemi di base (detti “pattern”) e i babbani molti meno ed è per questo che i babbani sono babbani e i maestri sono maestri.

Però è una teoria (scientificamente portata avanti dagli studi di Case e Simon) molto discutibile: “Com’è possibile che esistano molti bambini di 12 anni che sono già più che maestri (IM FM per esempio)?

Ipotizzando di imparare 5 pattern al giorno (che non sono pochi) per impararne 100.000 ci vogliono 20.000 giornate di lavoro, pari a 20.000/365=54 anni (compresi Natale e domeniche)! Anche raddoppiando o triplicando i pattern “masticati” ogni giorno arriviamo al triplo dell’età dei ragazzi in questione (considerando che l’inizio dell’apprendimento del gioco degli scacchi (dei pattern) non potrà essere situato prima dei 6-7 anni).

MA ciò significa che in 5 anni una persona può (in casi particolari si capisce) arrivare al 95 mo percentile dei giocatori di scacchi. Ma in quale modo, visto che solo imparando i pattern non è possibile?

4 Gennaio 2017
3:34
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Giuseppe Tarascio
Amministratore
Forum Posts: 1932
Member Since:
30 Novembre -0001
sp_UserOfflineSmall Offline

Non ho avuto la forza fisica di cancellare il post di Giulio Cremonese, a cui riconosco invece la forza di sparare cazzate infinite a ripetizione. Personalmente, mi sono sempre chiesto:”Ma come mai non diventano tutti Maestri di Scacchi? E’ così semplice”.

Mi sono sempre risposto:”Perchè fare tornei a tavolino costa (iscrizione, viaggio, hotel). Ma, sicuramente, non ho mai creduto che fosse un puro esercizio mnemonico tipo “impara patterns ed applicali a memoria”.

Ho sempre creduto che fosse sufficiete chiedersi, ad ogni mossa giocata dal mio avversario:”MA COSA CAVOLO VUOLE FARE, QUESTO CRETINO CHE MI STA SEDUTO DAVANTI???”.

Tutto qui. Facile.

Ed ho cecato, e cerco tuttora, ingenuamente, di trasmettere questo con le “lezioni”. Quale è il drawback dell’ultima mossa del mio nemico?

SUGGERIMENTO a Giulio: per cortesia, entra nella pagina Grado 3 e studia le partite commentate delle Seconde Nazionali; opure, guarda i video su “Come pensare…..”. Ma, cortesemente, non scrivere più su statistiche, numeri e cazzate simili. STUDIA, perbacco!!!!!!!!! yellyell 

Playchess: Tarascio_Giusepp
4 Gennaio 2017
7:14
Giulio Cremonese
Member
Members
Forum Posts: 25
Member Since:
16 Agosto 2015
sp_UserOfflineSmall Offline

Beh, se bastasse studiare e fosse così semplice, maestri ce ne sarebbero di più, non esisterebbe questo sito e le tonnellate di libri su come migliorare a scacchi. 

Ci tengo a dire che il mio intervento sui bambini prodigio è preso da un articolo di Vik Hansen, filosofo e scacchista norvegese, uscito su Chess.com ultimamente, che ha approfondito la questione  dell’apprendimento scacchistico sicuramente più di me e tanti altri.

Quindi non ho neanche la soddisfazione di sparare cazzate mie!

In effetti anche il filosofo concorda sul fatto che (A DIFFERENZA DI QUANTO TROVATO DAI FAMOSI CASE E SIMON) la forza scacchistica non dipenda direttamente dal numero di pattern conosciuti, anche perché se così fosse i giocatori dovrebbero diventare più forti invecchiando (e imparando) ma così non è.

Ma anche il nostro filosofo (come il nostro buon maestro Tarascio) non riesce bene a capire CHE COSA di preciso succeda dentro la testa delle persone durante l’apprendimento e faccia qualcuno diventare un buon giocatore di scacchi e altri restare babbani.

 

PS

Studiare, studio e un po’ sono migliorato, almeno nel rating standard Arena ho 1739 punti, categoria AN2. Sto facendo adesso il grado 2 ma non riesco a entrare con la pw nel grado 3, 

4 Gennaio 2017
7:38
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Giuseppe Tarascio
Amministratore
Forum Posts: 1932
Member Since:
30 Novembre -0001
sp_UserOfflineSmall Offline

Grazie per la bella replica. 

Per quanto riguarda “cosa passa per la testa di uno scacchista”, posso dire solo quello che passa per la mia:” Voglio tornare a casa”. Poi, alla fine:

– Se ho vinto: “Ma come diavolo ho fatto a vincere?”

– Se ho pattato:”Che delusione. Era meglio se non venivo”

– Se ho perso:”CENSURA“-

Non sono pensieri da filosofo, ma suppongo siano comuni a molti.

Playchess: Tarascio_Giusepp
5 Gennaio 2017
8:31
gioshanks92
Member
Members
Forum Posts: 37
Member Since:
15 Gennaio 2016
sp_UserOfflineSmall Offline

 Dico la mia . A scacchi si migliora nella misura in cui si impara a pensare nel modo giusto, e ancor di più se si impara a riuscire a pensare nel modo giusto per tutta la durata della partita . 

17 Maggio 2017
9:18
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Stefano Gemma
Member
Members
Forum Posts: 202
Member Since:
13 Maggio 2015
sp_UserOfflineSmall Offline

Per vincere a scacchi devi avere un piano e saperlo realizzare. Per avere un piano, devi avere fantasia oppure avere studiato le partite di chi il piano ce lo aveva (sperando che te lo abbia spiegato!). Per realizzare il piano ci vuole tecnica e capacità di calcolo. La tecnica la apprendi con l’esperienza e con lo studio, la capacità di calcolo solo con l’esperienza e con doti “innate”, che fanno la differenza tra una schiappa ed un GM. Non serve a niente sapere come condurre un attacco di minoranza se poi non sai calcolare uno scambio di 3+3 pezzi sulla stessa casa… con forchetta finale!

Questa lunga premessa solo per dire che i “pattern”, se intesi come posizioni già viste, hanno un’importanza relativamente bassa. Se intesi in modo più esteso, sul come posizionare i pezzi per fare una certa cosa, allora sì, hanno senso… ma non sono 100.000! Puoi chiamarli batterie di pezzi, strutture pedonali tipiche o anche “manovre standard” ma sono sempre comunque un misto di posizione e dinamica.

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